Mindfulness e Psicoterapia
Con il termine Mindfulness si intende quella innata capacità della mente di portare attenzione in modo intenzionale e non giudicante al qui e ora (Kabat-Zinn, 1994).
È una capacità innata, poiché ognuno di noi è in grado di concentrarsi su ciò che sta avvenendo nel proprio corpo esattamente in questo momento, grazie al sistema propriocettivo. Ognuno di noi è in grado di portare l’attenzione all’ambiente esterno e a come il nostro intero sistema sensoriale lo percepisce. Ognuno di noi è in grado di soffermarsi e notare che tipo di pensiero sta attraversando la mente in un preciso istante e distinguere un progetto da una preoccupazione, un rimuginio, un’aspettativa. Oppure quale emozione sta coinvolgendo il nostro corpo, come essa lo porta a contrarsi o lo spinge a compiere un’azione automatica.
La questione meno scontata risiede nella “scelta consapevole” di osservare il momento presente, in tutte le sue sfaccettature, in tutte le sue verità percepibili, in tutte le sue inattese meraviglie. Certamente non è facile ascoltarsi, sebbene abbiamo detto che la capacità di “mindfulness”, ovvero di “consapevolezza”, sia innata. Non è facile perché i pensieri sui nostri problemi ci avvolgono in un vortice, le emozioni spesso ci sopraffanno, e la nostra mente è abituata a rimuginare sugli stessi film del passato o tende a voler programmare il futuro, invano. Dobbiamo agire un vero e proprio sforzo nel tentativo di focalizzare la nostra attenzione al qui e ora, in modo non giudicante.
Perché esercitarsi nella mindfulness all’interno di un contesto di psicoterapia? Perché vivere in modo mindful-consapevole significa accogliere in modo profondo e amorevole, non giudicante, noi stessi. È come rincontrarci, riconoscerci e riabbracciarci con amorevolezza. “Come una madre con il suo bambino”, riprendendo la metafora utilizzata dal monaco vietnamita Thich Nath Hanh. Significa sperimentare l’accettazione, arrestando l’abitudine innata (ma non sempre funzionale) di catalogare gli eventi interni come giusti o sbagliati, avvolgendo il nostro stato d’animo da morbidezza e calore. Se imparassimo ad avere uno sguardo amorevole verso noi stessi, ci sentiremmo già più sereni. Che non significa essere indulgenti o egoisti… ma questo lo approfondiremo in seguito…
Imparare a vivere in modo consapevole significa riunire corpo-mente-cuore, erroneamente distinti nel nostro modo usuale di intendere noi stessi. Noi siamo un’unità, che lo vogliamo o no. Non esiste pensiero senza corpo, non esiste corpo umano che non produca o non venga influenzato da emozioni, a loro volta connesse ad un insieme articolato di pensieri, ricordi, aspettative. Essere consapevoli della nostra unità avvicina il nostro pensiero alla natura in noi, alla nostra vera natura. Quando noi percepiamo l’unità in noi, ci accogliamo, ci riabbracciamo, possiamo attingere a quel bacino meraviglioso di Vita dentro di noi. La pace si manifesta presto e ci premia con uno stato di benessere e lucidità, che ci aiuta a vedere le nostre sofferenze con uno sguardo nuove, ritrovando in noi il Faro da seguire nelle difficoltà.
Quando ci sediamo e respiriamo in consapevolezza e ci osserviamo, il nostro cervello si calma, i muscoli si distendono, la circolazione migliore, il battito cardiaco si stabilizza, il pensiero diventa più lucido, e capace di trovare nuove valide soluzioni, le emozioni si fanno meno intense, meno dolorose. Ciò significa che quando sediamo e respiriamo in consapevolezza sappiamo avviare dentro di noi un processo di guarigione innato, curiamo la nostra sofferenza. E quando ci troviamo in uno stato di guarigione interiore, non produciamo sofferenza negli altri… poiché non agiamo sotto la spinta di rabbia, di pensieri discriminatori.
Quando ci sediamo e respiriamo in consapevolezza, ci prendiamo cura di noi e degli altri.
Provare per credere. Si chiama “pratica”. Perché in teoria siamo tutti capaci, ma la teoria risiede solo nel pensiero. Noi invece dobbiamo connettere consapevolmente al pensiero razionale anche le nostre emozioni e il nostro corpo, invitandoci a sederci e a respirare.
Cosa si può fare:
Essere guidati da uno psicoterapeuta, praticante di meditazione di mindfulness, è un aiuto grande per allenare la nostra consapevolezza a offrirvi una visione più ampia e profonda di noi stessi, più vera, lucida, e fonte di guarigione.
Nel concreto, una psicoterapia orientata alla mindfulness richiede innanzitutto un terapeuta sinceramente praticante di meditazione, che sappia ascoltare se stesso e la persona che ha di fronte con profondità, attenzione e accoglienza. Prevede inoltre la possibilità, concordata con la persona, di fermarsi talvolta nel racconto di sé, ascoltando il proprio respiro, le risonanze emotive nel corpo. Sono previsti anche esercizi di allenamento pratico a casa, nella quotidianità, nelle relazioni. Il terapeuta, in seduta, guiderà la persona in meditazioni ideate ad hoc per la situazione del momento. Sarà possibile anche utilizzare audio di meditazioni da ascoltare a casa.
Per maggiori informazioni su mindfulness in psicoterapia:
Contattare la Dott.ssa Maddalena Riva, cell. 338/8593987 scrivendo un messaggio whatsapp, oppure via mail maddalenariva79@gmail.com .
Per maggiori informazioni su laboratori di mindfulness:
Se sei interessato alla mindfulness al di fuori di un percorso di psicoterapia, AL CENTRO organizza percorsi e laboratori esperienziali, individuali o in piccolo gruppo. Per i seguenti laboratori contattare la Dott.ssa Claudia Telesca, cell. 338/2682117.
- Percorsi di mindfulness;
- Mindful & intuitive eating: laboratori di alimentazione intuitiva e consapevole;
- Shinrin Yoku: immersione meditativa nella natura;
- Laboratori di Yoga sciamanico per adolescenti.